2019-08-07 ITALY

Mario Pinato

 

Il Fratello Mario Pinato nasce a Brugine (Padova) il 30 maggio 1950 da Tullio e Gina Asoletti.

Nel 1961 entra nel seminario di Mondovì e poi, dopo aver trascorso un anno a Ventimiglia e uno a Velletri, si reca a Bairo per il postulato ed il noviziato ed è qui che nel 1969 emette i primi voti nell’Istituto dei Fratelli Maristi. Si consacra definitivamente al Signore con i voti perpetui nel 1975 a Roma.

I primi anni di vita apostolica Mario li passa nel seminario marista di Manziana (71-76) come insegnante e incaricato di accompagnare i ragazzi della scuola media. Poi, dal 76 all’81, svolge il suo primo ciclo di scuola elementare al SLM di Roma. Ripeterà la stessa esperienza dall’81 all’86 a Genova e di nuovo dall’86 al 91 a Roma. L’esperienza accumulata durante questi 15 anni consigliano i superiori di affidargli la direzione della Scuola Elementare prima a Giugliano (91-97) poi a Roma (97-03) ed infine a Binzago (03-12).

È sempre stato un po’ delicato di salute e, proprio per questo, i controlli medici erano frequenti fino a quando, nell’aprile di quest’anno, ciò che sembrava una bronchite passò ad essere una tubercolosi e, alla fine, un tumore ai polmoni. È stato lo stesso Mario a comunicare la gravità del suo male, aggiungendo quella frase che lascia intravedere qualcosa del suo intimo: “O Dio fa un miracolo o non c’è niente da fare”. Con questa convinzione ha affrontato i mesi di malattia sopportati con pazienza e serenità. Noi abbiamo gli abbiamo fatto sentire la nostra vicinanza, ma le attenzioni e l’affetto che suo fratello Lino e la sua famiglia, gli hanno riservato in questi ultimo mesi sono stati straordinari e lo hanno sicuramente aiutato ad affrontare quest’ultimo tratto della sua vita. 

Il Fratello Mario ha passato la sua vita lavorando con e per i più piccoli e da loro ha assorbito la semplicità e la serenità che erano tratti tipici del suo carattere. Era a suo agio con i bambini e la frase del Vangelo di Luca “a chi è come loro appartiene il regno di Dio”, può illuminare la nostra povera fede e aiutarci a capire il perché di questa morte prematura.

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