2017-06-27

ComunitĂ  Internazionale di Siracusa – Lavalla200> – Bollettino 12

Ciao a tutti. Come vi annunciavo nel numero precedente, dal 31 maggio al 9 giugno la nostra comunità si è presa alcuni giorni di vacanza “nel continente”: Loppiano, San Martino a Monte, Roma. A Loppia-no, anche se brevemente, abbiamo respirato la spiritualità dell’unità, a San Martino a Monte sia-mo ritornati sui luoghi del “primo amore” incontrando il secondo gruppo di Lavalla 200> che si sta preparando per continuare il progetto che ci è stato confidato, all’EUR abbiamo fatto un bagno di internazionalità festeggiando il bicentenario della fondazione dell’Istituto e poi un po’ di sano turi-smo romano cercando di lasciare qualche cosa da vedere per una prossima volta. Un grazie di cuo-re alla comunità del SLM per l’accoglienza e per la macchina che gentilmente ci ha messo a dispo-sizione e che ci ha permesso di realizzare il nostro programma.

Il giorno stesso del nostro rientro alla base abbiamo avuto due belle sorprese a Casa Freedom: la gioia dei ragazzi nel vederci ritornare e la confessione di un educatore che, nei giorni della nostra assenza, ha dovuto consolare qualche ragazzo che andava da lui per piangere. Siamo sicuri che non tutti hanno pianto, ma quelle poche lacrime ci hanno fatto capire che siamo entrati nel cuore dei ragazzi e que-sto significa che stiamo camminando sulla buona strada. E oggi, 50° anniversario della morte di don Milani, a me, che negli anni giovanili mi sono arricchito leggendo le sue ope-re, tornano in mente due righe che scriveva ai suoi ragazzi e che mi sono rimaste scolpite nel profondo del cuore: “Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto”.

Uno dei nostri impegni ormai assodati è la nostra presenza a Casa Freedom 3 o 4 volte la settima-na. È una casa di prima accoglienza dove ci sono una novantina di ragazzi. Ogni martedì andiamo anche nella parrocchia di Città Giardino dove alcuni dei ragazzi del centro Le Zagare vengono per un momento di “alfabetizzazione”. Giovedì 15 ci siamo inseriti in un altro centro: Eden. È una struttura di seconda accoglienza composta da ragazzi minori che vivono in un appartamento in numero di 10-12. Il numero ridotto ci permette un contatto più diretto e personalizzato. Abbiamo anche preso contatto con un altro centro di seconda accoglienza Freedom (che non è quello dove abitualmente andiamo) dove Mario, approfittando del suo amore per la fotografia, ha lanciato un’attività: Mente e cuore. Parlerà con i ragazzi cercando di far emergere sogni, desideri, traumi… che li hanno segnati e con loro vedrà come esprimerli con una o più foto… Già si pensa ad una mo-stra o ad un piccolo libretto con tanto di didascalie, poesie … Se sono rose fioriranno, ma già si in-travede un piccolo bocciolo.

Ed per finire vorrei condividere con voi una piccola riflessione sul Ramadan che è appena termina-to e che la maggior parte dei ragazzi che noi conosciamo ha vissuto durante questo mese. Io ero solito associare il ramadan alla nostra quaresima. In particolare ricordo alcune riunioni comunita-rie in cui, dopo aver discusso per mezz’ora se privarci del vino o del caffè o decidere di astenerci da qualche cosa, inevitabilmente, pro bono pacis, si concludeva lasciando alla libertà personale ogni decisione. Per questi ragazzi il ramadan è davvero una cosa seria e vissuta comunitariamente ed è impressionante l’impegno e la costanza che vi mettono per vivere sia il digiuno che i 5 mo-menti di preghiera giornalieri. Anche durante le attività che noi proponiamo, quando giunge l’ora stabilita (tutti hanno un’applicazione sul cellulare che indica l’ora della preghiera) lasciano qualsia-si attività per andare a pregare. A me più di una volta è capitato che, mentre ero nel bel mezzo di una spiegazione con un gruppo di ragazzi, improvvisamente si alzano e ti dicono è l’ora della pre-ghiera e ti piantano lì, e ti rendi conto che la preghiera per loro è più importante dell’italiano. (E mi veniva in mente quanto ci veniva detto fin dal probandato: “quando si dà il segnale bisogna inter-rompere immediatamente ciò che sta facendo” e a mo’ di esempio ci raccontavano della famosa parola non terminata, con gli inevitabili commenti ne seguivano).

Ma preferisco lasciare la parola a Mario che tra noi è colui che da questo punto di vista si è inserito nel modo migliore nel ritmo dei ragazzi. “Alle 3 del mattino si alzano per mangiare (la ditta del cate-ring non fornisce il pranzo, ma porta due razioni la sera, una da mangiare dopo le otto e l’altra alle 3 del mattino) poi, pri-ma di ritornare a letto tutti fanno 10 mi-nuti di preghiera. Alle 12,55 e alla 17 c’è un altro momento di preghiera comune. Il sole ed il caldo si fanno decisamente sentire, ma nessuno mangia o beve. Verso le 20,30 termina la giornata di digiuno e tutti si mettono a mangiare contenti di essere riusciti ad vivere un altro giorno di penitenza. Verso le 21,15 qualcuno va alla moschea per pregare 40 mi-nuti e prepararsi così a vivere il nuovo giorno. Omar ripete spesso che in questo tempo speciale Dio lo sta guardando con maggiore attenzione e che questo è il tempo in cui gli verranno perdona-ti i peccati”. Mario termina la sua riflessione dicendo: “Durante questi nove mesi di condivisione con questi giovani mussulmani, mi ha impressionato il rispetto e l’impegno che hanno per i mo-menti di preghiera. Non riesco a capire che cose passa nella loro testa e come percepiscono Dio, ma di una cosa sono certo: il nome di Dio è facilmente sulle loro labbra durante la giornata.

Nel mese di luglio attendiamo rinforzi: Riccardo Gómez Rincón (per gli amici Ricky), un fratello ma-rista del Venezuela, verrà ad arricchire la nostra comunità. E mentre Gabriel dal 16 al 30 luglio par-teciperà ad un ritiro organizzato dalla provincia di Compostela e Mario dal 25 al 9 agosto né segui-rà uno della Mediterranea, Ono rimarrà probabilmente in sede per attendere Ricky o per accoglie-re eventuali ospiti che desiderano sperimentare la bontà del sole siciliano.

Non mi resta che salutarvi e alla mia voce si uniscono quelle di Gabriel e di Mario.

Un bacione a tutti.

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